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Le osservazioni di PeaceLink all'AIA ILVA di Taranto

Derivano dall'analisi della documentazione presentata da Acciaierie d'Italia per richiedere il rinnovo e riesame dell'Autorizzazione Integrata ambientale che scade il 23 agosto 2023.
9 agosto 2023
Associazione PeaceLink

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Il 23 agosto 2023 scade il termine per la realizzazione delle prescrizioni AIA da parte di Acciaierie d'Italia, l'azienda che gestisce lo stabilimento ILVA di Taranto.

Qui si pubblica solo uno stralcio delle osservazioni presentate da PeaceLink. Il testo integrale è nel file PDF allegato a questa pagina web.

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OSSERVAZIONI PER RIESAME AIA 2023 

Considerato 

  1. Che la revisione dell’AIA 2012 si proponeva di superare l’emergenza sanitaria che aveva determinato l’istanza di sequestro degli impianti siderurgici. 
  2. Che nel riesame dell’AIA del 2019 chiesto dal Sindaco sulla scorta della VDS del 2016 che mostrava persistere un rischio sanitario , si eccepiva che questa non era riferita agli scenari emissivi relativi alla  Autorizzazione del 2017 pertanto risultava superata e tuttavia si avviava il procedimento in relazione proprio al rischio benzene (“Considerato che, a seguito di tale ultima valutazione, nella stessa VDS veniva ritenuto opportuno per lo stabilimento siderurgico di Taranto una riduzione del 10% delle emissioni di benzene e del 34% delle emissioni di benzo(a)pirene”). 
  3. Che la VDS 2021  relativa allo scenario produttivo ed emissivo  del DPCM 2017 confermava ancora  il rischio sanitario non accettabile  per il quartiere Tamburi. 
  4. Che l’Ordine dei Medici di Taranto ,la FIMP provinciale  e l’ACP nazionale nell’audizione del 4-3-2023 presso della V Commissione Regionale Ecologia della Regione Puglia in riferimento alle riscontrate evidenze di picchi di benzene riscontrati da ARPA Puglia e dei dati di letteratura che collegano l’esposizione al benzene alle leucemie infantili e al riscontrato eccesso di leucemie documentato per il periodo 2014-2018 cdallo studio SENTIERI , richiedevano  un intervento immediato per eliminare rischi alla salute della popolazione.
  5. Che, dunque, in relazione a quanto detto il predetto rischio benzene risulta collegato anche agli scenari emissivi relativi alle prescrizioni successive del DPCM 2017 e che gli interventi posti in essere si sono evidentemente rivelati insufficienti esponendo la popolazione al persistere del rischio.
  6. Che il  Sindaco con ordinanza del 22-5-2023 per il rischio benzene ha imposto di intervenire con immediatezza e in subordine di fermare gli impianti. 
  7. Che nel documento RIESAME DELL’AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (Sintesi non Tecnica) non si fa riferimento alcuno ad interventi atti alla riduzione delle emissioni di benzene anzi vi è evidenza di un incremento proprio  della produzione di coke, che è la principale fonte di emissioni del  benzene essendo tale molecola   prodotta proprio dalla cokefazione e immessa in  atmosfera sia dalle emissioni convogliate che quelle diffuse dell’area a caldo. A fronte dell’evidenza di problemi presenti e irrisolti rivenienti proprio dalla cokefazione, la produzione di coke risulta prevedersi triplicata. 
  8. Che a distanza di 10 anni dalla pretesa ambientalizzazione degli impianti avviata con la revisione dell’AIA del 2012 e successive integrazioni che avrebbe dovuto superare l’emergenza sanitaria connessa alle emissioni dell’impianti siderurgico, vi sono evidenze attuali di rischio grave per la salute e evidenze statistiche di eccessi di patologie infantili, certo non riferibili a esposizioni remote, collegate dalla letteratura alla esposizione al benzene (studio SENTIERI) che agisce in maniera patogena di concerto con l’esposizione agli altri inquinanti cancerogeni emessi in ambiente dall’impianti siderurgico e di cui vi è evidenza anche nelle indagini di biomonitoraggio del latte materno. 
  9. Che la Presente richiesta di riesame dell’AIA non offre le garanzie necessarie per la tutela della salute umana nel sito di Taranto, anzi propone scenari produttivi ed emissivi in incremento rispetto a una situazione palesemente irrisolta dal punto di vista sia emissivo che sanitario.   

Si conclude che la emergenza sanitaria che impose l’ordinanza di sequestro non risulta a distanza di 12 anni risolta, anzi appare evidente che un percorso discutibile  fatto per  “tentativi ed errori” ,  ha esposto la popolazione al persistere di quel rischio  alla vita che la ordinanza intendeva superare. 

Tanto premesso non ci sono le condizioni per Autorizzare la Revisione AIA presentata da Acciaierie d’Italia.  

Allegati

  • Osservazioni all'AIA ILVA

    Associazione PeaceLink
    160 Kb - Formato pdf
    Sono state inviate al Ministero dell'Ambiente nell'ambito della procedura di rinnovo/riesame dell'AIA

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